Il 27 gennaio, in occasione della “Giornata della Memoria”, i ragazzi del Liceo Classico “Don Cavina”, guidati dalla prof.ssa Francesca Saieva, si sono riuniti in un momento di riflessione per sottolineare il valore del ricordo attraverso la storia.
Un collage di letture e scene cinematografiche sulle note (riprodotte da due alunni) de “La Vita è Bella”, “Buongiorno Principessa” e “Schindler's list”, ha avuto inizio con un passo tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi.

«Perchè? Qui non c'è nessun perchè!». Un perché al quale, a distanza di quasi un secolo, non si è riusciti a dare una risposta. Perché una risposta non c'è. Il male «può invadere tutto e devastare il mondo intero precisamente perché si propaga come un fungo... » scrive Hannah Arendt ne “La banalità del male”. Da queste e altre pagine, tra le opere più significative, inerenti alla tematica della memoria storica, una profonda trama di suggestioni è stata tessuta dagli studenti attraverso forme di metalinguaggio. Dalla toccante esecuzione al piano di Adrian Brody (nei panni del maestro Szpilman nel film “Il pianista”) al solidale abbraccio dei sopravvissuti con Schindler, il dramma dell’uomo rivive nelle parole di T. S. Eliot, J. Lussu, A. Frank, P. Celan, W. Benjamin, K. Jaspers, E. Wiesel, A. Camus, facendo vibrare le corde dell’animo di tutti i presenti.L’odio immotivato annienta vittime e carnefici, travolgendoli in un’unica grande tragedia. Così la storia annovera persecuzioni, genocidi e violenza senza fine. Basti pensare alla strage degli Armeni, alle atrocità dei gulag, ai massacri delle foibe sino alle recenti e ripugnanti intimidazioni nei confronti della comunità ebraica romana che dimostrano quanto il male serpeggi inarrestabile nella mente umana. Ma se il male è dalle molteplici forme, Auschwitz mostra la sua unicità: la distruzione dell’uomo in quanto tale, la cancellazione della nuda vita. Così, secondo la lettura di A. Neher, l’orrore dei campi di concentramento si lega alla “prova” del popolo ebraico. È nell’ ’azab, quale “simultaneità dell’abbandonare e del raccogliere”, e nell’ ‘aqedâ, la prova, che si consuma la vita dei discendenti di Davide, perseguitati sin dalla notte dei tempi. E la storia e i suoi silenzi si fanno memoria. Ma, «Quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà?»: le parole di Guccini continuano a risuonare nel cuore di ciascuno.

Chiara Iraci
Corina Lanza
Valentina Sgroi
Federica Spartà
Giulia Triscari