I ruderi della Torre del Filosofo e la sommità dell’Etna in: Saint-Non, Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et del Sicilie, volume quarto, Parigi, 1785.
2014/02/06
06
febbraio
“Io
tra di voi, non più mortale, mi aggiro come dio immortale tra tutti onorato …”.
Con questa frase nel poema “Purificazioni” il filosofo agrigentino Empedocle si
rivolge ai suoi cittadini mettendo in evidenza la sua opinione sull’essere
immortale. Secondo una celebre leggenda, Empedocle, spinto
dalla voglia di confermare questa opinione di sé, si recò sull’Etna e, giunto
nei pressi del cratere del vulcano, decise di gettarsi li dentro, facendo
credere con la sua morte di essere stato accettato tra gli dei. Come ci
riferisce lo storico greco Diogene Laerzio, il cratere dell’Etna durante
un’esplosione rigettò uno dei suoi sandali dimostrando la falsità delle parole
di Empedocle. Una seconda leggenda narra che nel luogo dove fu ritrovato uno
dei suoi sandali venne costruito un monumento in onore del filosofo. In realtà
sull’alto versante sud dell’Etna, ad una quota di 2900 metri circa, fino al
diciannovesimo secolo erano visibili, alla base del cono avventizio di Monte
Frumento Supino, dei ruderi ai quali era stato attribuito il nome di “Torre del
Filosofo”. Nessun dato certo attestava la vera funzionalità d’edificio. Da
questa incertezza molti ipotizzarono che i ruderi, denominati Torre del
Filosofo, costituissero il rifugio costruito da Empedocle durante l’ascesa del
vulcano o, secondo altri, la costruzione è da attribuire alla visita sull’Etna
dell’imperatore romano Adriano.
Nel 1804 Mario Gemmellaro, grande
studioso dell’Etna, condusse degli scavi presso la Torre del Filosofo, a pochi
metri dal suo rifugio costruito lo stesso anno denominato “Gratissima”, riportando
alla luce alcuni frammenti di iscrizioni in marmo, frammenti di piombo e di
rame e mattoni di piccole e grandi dimensioni. Dopo questi scavi Mario
Gemmellaro affermò che i resti della Torre del Filosofo fossero di epoca romana
e pose un’iscrizione con l’autore e l’anno degli scavi. I ruderi della Torre
del Filosofo furono ricoperti dalle colate laviche emesse durante l’eruzione
dell’Etna del 1971.
La
leggenda sulla morte di Empedocle porterà il poeta inglese Matthew Arnold a
comporre un poema dal titolo “Empedocles on Etna” che verrà pubblicato nel 1852.
Basandosi principalmente sulla leggenda,
Arnold ritrae nella propria opera un Empedocle che, considerandosi ormai
inutile intellettualmente e politicamente, decide di suicidarsi gettandosi nel
cratere dell’Etna. Due suoi amici intervengono per convincerlo a non compiere il
gesto, ma nonostante ciò Empedocle ugualmente si getta nella voragine.
Nel
2006 viene scoperto un vulcano sottomarino a 40 km a largo di Capo Bianco in
Sicilia venendo battezzato Empedocle dal nome del filosofo agrigentino.
I ruderi della Torre del Filosofo e la sommità dell’Etna in: Saint-Non, Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et del Sicilie, volume quarto, Parigi, 1785.
Guglielmo Manitta
Categories: Territorio
Posted on giovedì, febbraio 06, 2014 by Unknown
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