2014/02/17
Kiev, 21
Novembre 2013. In Ucraina iniziano le rivolte popolari.
La
popolazione ucraina non accetta la decisione del primo ministro di annullare
“l'accordo di associazione” che avvicinava lo stato all’Ue. Le
manifestazioni popolari non si fermano, la situazione economico-finanziaria dell’Ucraina arriva a un passo dalla bancarotta e il popolo ottiene le
dimissioni del primo ministro Mykola Azarov .Motivo
dell'esplosione della rabbia popolare è stato il progressivo consolidamento dei
rapporti economici e politici con la Russia di Vladimir Putin. Del resto,
basta ripercorrere brevemente le tappe della storia di questa nazione per
notare il forte legame che l'Ucraina ha con la Russia sin dalla fine della
Seconda Guerra Mondiale. Durante
gli anni della guerra fredda, infatti, l'Ucraina faceva parte dell'URSS e ne
era considerata “il granaio”; solo nel 1990 raggiunse l'indipendenza e, un anno
dopo, venne proclamata la repubblica, fatto mai totalmente accettato dalla
Russia. Al giorno
d'oggi, nonostante siano passati 20 anni, il primo ministro continua a sentire
l'influenza pressante della Russia tanto da essere considerato lui stesso un
“fantoccio” in balia di Putin. Bisogna
inoltre aggiungere che l'Ucraina deve alla Russia ingenti somme di denaro e ciò
costituisce uno dei motivi vincolanti la libertà decisionale del paese. Se
inizialmente però il fine dei manifestanti erano le dimissioni del premier,
adesso la popolazione preme per un avvicinamento sempre maggiore all'UE. Il governo
è accusato di gestire gli affari dello stato in modo dispotico, ai limiti della
democrazia e in un sempre crescente abuso di potere. D'altro
canto, l'avvicinamento dell'Ucraina all'Unione Europea genererebbe non pochi
problemi. Il governo
russo, da cui l'Ucraina dipende per la fornitura di gas, minaccia di privare il
paese del metano nel caso di un avvicinamento all'Europa Unita. Neanche
queste ragioni però sembrano fermare le ribellioni. Attualmente,
la situazione già grave del paese, sembra peggiorare di giorno in giorno e
potrebbe assumere i caratteri di una vera e propria guerra civile se i ribelli
dovessero dotarsi di armi. Negli
ultimi giorni le ribellioni, inizialmente circoscritte alla piazza Maidan di
Kiev, si sono diffuse a macchia d'olio in numerose città della parte
occidentale del paese dove i manifestanti premono per le dimissioni dei governi
regionali filorussi. La
divisione del paese fra la parte centro-occidentale e quella sud-orientale, già
esistente da tempo per ragioni storiche e identitarie, sta diventando sempre
più concreta. Inoltre
questa “spaccatura” interna rende particolarmente difficile il compito del
governo ucraino che dovrà essere capace di conciliare le due fazioni portando i
cambiamenti auspicati dai manifestanti. Le
manifestazioni che ancora oggi assalgono l'Ucraina sono il frutto di tensioni
covate per lungo tempo, pronte a dilagare alla prima occasione. “Siamo qui
per dare un futuro migliore ai nostri figli” affermano i 60000 manifestanti in
piazza Maidan, ed è proprio la speranza in un avvenire migliore che li spinge a
non desistere. A noi non
resta che sperare che il governo ucraino sappia risolvere pacificamente il
conflitto concretizzando i cambiamenti tanto desiderati dal popolo.
Flavia Di Silvestro
Categories: Attualità
Posted on lunedì, febbraio 17, 2014 by Unknown
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Qual è il nostro punto di vista?
La domanda ha spinto noi ragazzi del liceo classico "Don Cavina" a realizzare questo blog. Il . di vista è uno spazio culturale per esprimere e condividere esperienze, idee e riflessioni. Gli studenti, giovani apprendisti-giornalisti, misurano le loro 'forze' confrontandosi con l'oggi attraverso un mezzo di comunicazione attuale di grande impatto e risonanza qual è un blog.
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