di Giulia Mannino

Era la notte tra il 2 e il 3 Dicembre 1984 quando una cisterna di oltre 40 tonnellate di isocianato di metile, esplodendo in una fabbrica americana di pesticidi, riversava nella città di Bophal, in India, una nube tossica. Migliaia furono le morti immediate e, strettamente legate all’evento, altrettante le vittime successive. Fu considerata la più grande catastrofe industriale di tutti i tempi e, nonostante siano passati ben 30 anni, la situazione non sembra essere cambiata: nei vent’anni successivi al disastro è aumentato il tasso di mortalità e pare che i prodotti chimici, ancora presenti nel complesso abbandonato, continuino a inquinare l’area a causa della mancanza di interventi di bonifiche.