“Mille splendidi soli” è un romanzo di Khaled Hosseini, l’autore de “Il cacciatore d’aquiloni” e “E l’eco rispose”. È stato pubblicato da Edizioni Piemme nel 2007 e tradotto da Isabella Vaj. Il romanzo racconta di due donne diverse, Mariam e Laila, in una terra tormentata dalla guerra, l’Afghanistan. Proprio ‘grazie’ a questa guerra che fa scempio, le vite di queste due ragazze s’intrecciano in una condivisione di esperienze e affetti. Mariam, una ‘harami’ (figlia illegittima) è stata cresciuta da una madre che ha sempre creduto ci fosse una solo abilità per le donne afghane, il ‘tahamul’ (la sopportazione), e che l’istruzione non le sarebbe mai servita. Laila, chiamata ‘la ragazza rivoluzionaria’ perché  nata la notte del colpo di stato dell’aprile 1978, é una ‘pari’. La sua famiglia ha mentalità più aperta e il  padre ha sempre sostenuto che la cosa più importante fosse darle un’istruzione poiché «una società non ha nessuna possibilità di progredire se le sue donne sono ignoranti». Nel momento in cui si trovano a sfuggire un crudele destino, tra le due donne si stabilisce una forte intesa, che all’inizio mancava forse a causa della diversa educazione ricevuta e delle diverse storie vissute. Lo scrittore trascina il lettore in un vortice di emozioni, a volte rabbia ma anche speranza quando vince la forza dell’amicizia e dell’amore. Ci mostra un Afghanistan che, al di là degli orrori della guerra e della violenza, il lettore finirà per amare, immergendosi nelle tradizioni e nelle abitudini del suo popolo; un popolo che, pur nella sua semplice quotidianità, manifesta carattere e tanta voglia di risollevarsi dalle macerie. Nel libro, si racconta anche la dura realtà della donna afghana, sottomessa all’autorità maschile, costretta a indossare il burqa e a non mostrare il viso in nessuna circostanza, soggetta a divieti di ogni tipo, che la privano della sua stessa identità, negandole ogni ruolo sia fuori che dentro casa. Un libro consigliato perché denso di colpi di scena e di emozioni forti, incredibilmente coinvolgente e imprevedibile e soprattutto profondo. «Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri».
Michela Guidotto

Giulia Mannino