Dal gennaio del 2011 l’Etna e in particolare il Nuovo Cratere di SE è stato protagonista di quarantasei episodi di fontane di lava che facevano intuire agli esperti, come negli anni 1999-2001, l’inizio di una nuova eruzione del maestoso vulcano. Dopo l’ultimo parossismo del 29-31 dicembre 2013, l’Etna è stata caratterizzata da una continua emissione di cenere a carico del cono terminale di NE tra il 4 e il 13 gennaio. Dopo pochi giorni di quiescenza il 22 gennaio ha inizio una nuova eruzione di lunga durata. I dati che si riportato di seguito sono tratti dagli aggiornamenti giornalieri eseguiti dagli esperti dell’INGV di Catania. Nella tarda serata del 22 gennaio 2014 il NCSE (Nuovo Cratere di SE) è caratterizzato da una modesta attività stromboliana accompagnata dall’emissione di una colata lavica da due bocche ubicate sulla base nord-orientale del cratere. Questo flusso lavico poco alimentato si arresterà dopo aver percorso poche centinaia di metri il 23 gennaio nella Valle del Bove, ma l’attività eruttiva riprenderà nella tarda serata dello stesso giorno. Il NCSE durante il 25 gennaio è stato caratterizzato da una forte attività stromboliana che provoca l’emissione di notevoli quantità di materiale piroclastico e da una modesta attività effusiva che ha prodotto una colata lavica che ha percorso la parete occidentale della Valle del Bove.  Il 26 gennaio l’emissione di cenere vulcanica resta a carico del NCSE e la continua attività effusiva continua incessantemente dal 22 gennaio. Il giorno successivo il flusso lavico attivo da giorni si arresta a causa della ridotta emissione di lava. L’attività effusiva riprenderà vigore nella serata del 3 febbraio e il giorno successivo anche l’attività esplosiva che causerà getti di lava alti fino a 100 metri e una notevole emissione di materiale piroclastico che persisterà nei giorni a seguire. Il 9 febbraio l’intensificazione dell’emissione lavica provocherà il graduale aumento del campo lavico. Il 10 febbraio sia ha l’apertura di una terza bocca eruttiva alla base del cratere di NE. L’11 febbraio alle ore 05:07 locali crolla parte del NCSE formando un flusso piroclastico che in meno di un minuto ha raggiunto il terreno pianeggiante sul fondo della Valle del Bove. Il fenomeno è stato causato dall’indebolimento del cratere da parte delle bocche eruttive attive dal 22 febbraio. Il vento che spirava da sud-est ha provocando la ricaduta del materiale più minuto nell’abitato di Randazzo.


 Immagini riprese dalla telecamera termica dell’INGV – CT ubicata a Monte Cagliato sul versante orientale che mostrano l’evoluzione del flusso piroclastico del 11 febbraio 2014.


Successivamente l’emissione lavica si è localizzata nella parte centrale della nicchia di distacco creatasi durante l’evento franoso. Il 15 febbraio alle ore 10:08 locali un’esplosione ha interessato la Bocca Nuova con l’emissione di vapore acqueo misto a cenere vulcanica. Nei primi giorni di marzo il campo lavico si è allargato ed alcuni bracci di lava hanno coperto parte delle lave emesse durante l’eruzione del 2008-2009. Negli ultimi giorni l’eruzione è stata caratterizzata dalla sovrapposizione dei nuovi flussi lavici su quelli già raffreddati.


Guglielmo Manitta