Liceo Classico "Don Cavina" Randazzo

2014/03/20

Prima metà dell’ottocento. Niccolò Paganini, giovane virtuoso violinista italiano, è ormai una star in Europa, dove è acclamato per le sue doti eccezionali e la straordinarietà delle sue esecuzioni. Al seguito di un concerto a Milano, incontra uno strano individuo, Urbani, che gli si propone come manager e gli promette che lo renderà ancora più famoso. Niccolò accetta. Urbani gli fa firmare allora un contratto (o forse un patto…) in cui entrambi si giurano fedeltà reciproca per l’eternità. Dopo aver perso tutti i suoi soldi tra donne, feste, droghe e gioco d’azzardo, vende anche il suo violino. Per fortuna, arriva al momento giusto una lettera da parte di un impresario inglese, John Watson, che gli chiede di recarsi a Londra per una tournée. All’arrivo in città, gli è impossibile alloggiare nell’albergo previsto, a causa di una folla di protestanti che lo accusano di aver fatto un patto con il diavolo in cambio di talento e successo. Watson allora decide di ospitarlo in casa propria. Qui Niccolò conosce la figlia dell’impresario, Charlotte, giovane e talentuosa cantante lirica. Di lei si innamora, sia per la bellezza, che per la voce angelica. Le propone di cantare un’aria da lui composta: Io Ti Penso Amore. Fra i due nasce un profondo legame. Niccolò, per la prima volta, riesce ad aprirsi e a mostrarsi per ciò che veramente è, facendosi conoscere non come star, ma come persona che vive attraverso la sua musica: “tutto ciò che sento, che sono, che voglio essere, lo metto nella musica”. Il concerto si tiene dopo pochi giorni. Niccolò oltre ad eseguire molte delle sue composizioni più famose, come il Capriccio n° 24 o il concerto denominato La Campanella, chiama sul palco Charlotte per cantare l’aria insieme provata. Il concerto è un successo ma, subito dopo, si crea uno scandalo: sembra che Paganini abbia abusato della giovane ragazza. In realtà è tutto un malinteso, creato da Urbani per far sciogliere il loro rapporto. Infatti i due perderanno per sempre i contatti, prendendo strade diverse. Charlotte diventerà una famosa cantante lirica e sposerà un altro uomo. Niccolò, dopo aver licenziato Urbani, si ritirerà a Genova, sua città natale. Qui, anche se la sifilide e la tubercolosi lo affliggono, scrive tutte le partiture e variazioni dei suoi numerosi concerti e capricci, cosa che mai aveva fatto. Infatti durante i suoi concerti, improvvisava moltissimo, negandosi alla richiesta di ripetere un brano già eseguito (da qui la famosa citazione “Paganini non ripete”). Nel letto di morte rifiuta l’estrema unzione e muore con il suo violino tra le braccia. Verrà sepolto in terra consacrata solo molti anni più tardi. Storia intrigante quella di Paganini, piena di misteri e leggende, tra mito e realtà. Il regista Bernard Rose ha voluto innanzitutto non un attore professionista, ma un violinista professionista, che sapesse davvero impugnare il violino senza usare quindi una controfigura. Ruolo fatto apposta per il giovane violinista statunitense-tedesco David Garrett, famoso in tutto il mondo per aver saputo ben interpretare il violinista genovese, nonostante fosse la sua prima esperienza da attore. Il film non può essere definito un capolavoro cinematografico, ma la parte musicale, ricca delle composizioni più note di Paganini, compensa senza dubbio ciò che manca da parte della regia. Il Violinista del Diavolo si concentra più sulla seconda parte della vita di Paganini, vissuta tra donne, gioco d’azzardo e musica. Rose ha cercato di rendere la biografia del famoso musicista più vicina possibile alla realtà, per quanto essa sia compromessa da leggende e credenze false, come il famoso patto con il diavolo,  che alla fine del film potrebbe identificarsi con Urbani (interpretato da Jared Harris). Queste leggende e diavolerie associate a Paganini erano anche frutto dell’ignoranza del tempo. Essendo infatti incomprensibile come riuscisse a suonare con tanta velocità, agilità, eccezionale virtuosismo e tecnica strabiliante (spesso rompendo, durante i concerti, tre delle quattro corde e riuscendo a finire il concerto sull’ultima corda superstite) l’unica possibile spiegazione da darsi era quella di una presenza maligna dentro di lui. In realtà a provocare tutto ciò era un’altra delle patologie da cui era affetto:  una malattia del tessuto connettivo che giocò, però, a suo favore. Questa gli rese infatti le dita flessibili, lunghissime e agilissime, permettendogli di suonare il violino come nessuno aveva mai fatto prima. Nonostante le controversie legate alla sua vita, Paganini è ancor oggi considerato il più grande violinista di tutti i tempi, o come lo ha definito David Garrett “la prima Rockstar della storia, un genio eccentrico, un Jimi Hendrix della sua epoca”.

Alice Romano

Posted on giovedì, marzo 20, 2014 by Unknown

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Il romanzo di Robert Louis Stevenson, “The strange case of dr. Jekyll & mr. Hyde”, pubblicato nel 1886, è uno dei capolavori dell’autore. Gli elementi dell’opera, tra cui il genere letterario, lo rendono romanzo molto particolare. Considerato precursore del romanzo poliziesco è anche annoverato tra i classici della letteratura fantastica. Per la difficile catalogazione e la struttura a più voci narranti esso, nonostante la brevità, è opera ricca di contenuti su cui soffermarsi. Tematica principale è la scissione dell’animo umano in Bene e Male, in Giusto e Malvagio; un ‘topos’ presente pienamente nel personaggio del dottor Jekyll, che cerca di trovare un metodo per eliminare la sua parte malvagia in modo da potersi concentrare unicamente sugli studi “onesti”. La tematica conduce inevitabilmente allo sviluppo del doppio, riscontrabile nella persona di Jekyll/Hyde. Il  bipolarismo è insito nella personalità umana e l’intento proprio del romanzo è di mettere in evidenza la lotta che avviene tra la parte buona e quella malefica, dimostrando che una tende sempre a prevalere sull’altra. Il romanzo di Stevenson risulta essere lettura piacevole, scorrevole e interessante grazie anche a personaggi psicologicamente ben descritti. La storia è ambientata in una Londra sfocata e indefinita con l’unico scopo di riflettere le nebbiose emozioni dei protagonisti.


Antonio Mandara

Posted on giovedì, marzo 20, 2014 by Unknown

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2014/03/12

Dal gennaio del 2011 l’Etna e in particolare il Nuovo Cratere di SE è stato protagonista di quarantasei episodi di fontane di lava che facevano intuire agli esperti, come negli anni 1999-2001, l’inizio di una nuova eruzione del maestoso vulcano. Dopo l’ultimo parossismo del 29-31 dicembre 2013, l’Etna è stata caratterizzata da una continua emissione di cenere a carico del cono terminale di NE tra il 4 e il 13 gennaio. Dopo pochi giorni di quiescenza il 22 gennaio ha inizio una nuova eruzione di lunga durata. I dati che si riportato di seguito sono tratti dagli aggiornamenti giornalieri eseguiti dagli esperti dell’INGV di Catania. Nella tarda serata del 22 gennaio 2014 il NCSE (Nuovo Cratere di SE) è caratterizzato da una modesta attività stromboliana accompagnata dall’emissione di una colata lavica da due bocche ubicate sulla base nord-orientale del cratere. Questo flusso lavico poco alimentato si arresterà dopo aver percorso poche centinaia di metri il 23 gennaio nella Valle del Bove, ma l’attività eruttiva riprenderà nella tarda serata dello stesso giorno. Il NCSE durante il 25 gennaio è stato caratterizzato da una forte attività stromboliana che provoca l’emissione di notevoli quantità di materiale piroclastico e da una modesta attività effusiva che ha prodotto una colata lavica che ha percorso la parete occidentale della Valle del Bove.  Il 26 gennaio l’emissione di cenere vulcanica resta a carico del NCSE e la continua attività effusiva continua incessantemente dal 22 gennaio. Il giorno successivo il flusso lavico attivo da giorni si arresta a causa della ridotta emissione di lava. L’attività effusiva riprenderà vigore nella serata del 3 febbraio e il giorno successivo anche l’attività esplosiva che causerà getti di lava alti fino a 100 metri e una notevole emissione di materiale piroclastico che persisterà nei giorni a seguire. Il 9 febbraio l’intensificazione dell’emissione lavica provocherà il graduale aumento del campo lavico. Il 10 febbraio sia ha l’apertura di una terza bocca eruttiva alla base del cratere di NE. L’11 febbraio alle ore 05:07 locali crolla parte del NCSE formando un flusso piroclastico che in meno di un minuto ha raggiunto il terreno pianeggiante sul fondo della Valle del Bove. Il fenomeno è stato causato dall’indebolimento del cratere da parte delle bocche eruttive attive dal 22 febbraio. Il vento che spirava da sud-est ha provocando la ricaduta del materiale più minuto nell’abitato di Randazzo.


 Immagini riprese dalla telecamera termica dell’INGV – CT ubicata a Monte Cagliato sul versante orientale che mostrano l’evoluzione del flusso piroclastico del 11 febbraio 2014.


Successivamente l’emissione lavica si è localizzata nella parte centrale della nicchia di distacco creatasi durante l’evento franoso. Il 15 febbraio alle ore 10:08 locali un’esplosione ha interessato la Bocca Nuova con l’emissione di vapore acqueo misto a cenere vulcanica. Nei primi giorni di marzo il campo lavico si è allargato ed alcuni bracci di lava hanno coperto parte delle lave emesse durante l’eruzione del 2008-2009. Negli ultimi giorni l’eruzione è stata caratterizzata dalla sovrapposizione dei nuovi flussi lavici su quelli già raffreddati.


Guglielmo Manitta

Posted on mercoledì, marzo 12, 2014 by Unknown

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Raccolta di nove racconti scritta dal celebre Isaac Asimov. Fa parte del famosissimo ‘ciclo dei robot’ dell'autore russo. Ambientazione extraterrestre e tanta tecnologia. Protagonisti della storia sono i robot positronici e le ‘tre leggi della robotica’:

  •  Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge. 

Dopo quasi un secolo dalla creazione del primo robot, la gente fatica ad accettare questi automi preferendo vivere in pianeti lontani e lasciando che si occupino delle mansioni più faticose: dal lavorare in miniera a gestire le stazioni interstellari, sempre sotto la stretta supervisione degli umani. Ma cosa rende questo libro particolare? Tema fondamentale è in che modo i robot si rapportano alle tre leggi e come gli umani interagiscono con essi. L'umanità  non riesce  ad accettarli e li ‘snobba’, ritenendoli inferiori malgrado essi abbiano migliorato di gran lunga la qualità della loro vita. I racconti  iniziano con la dott.ssa Susan Calvin, robot-psicologa, che fin da ragazzina studia il comportamento e i 'sentimenti' degli automi e i fatti si svolgono, tra varie peripezie e scene che sfiorano la comicità, toccando momenti della sua vita. La fantasia di Asimov è sorprendente. Basti pensare che questi racconti, già nel periodo della seconda guerra mondiale, narrano di stazioni spaziali, automi autosufficienti e uso di vari elementi presenti in pianeti come Mercurio, elaborando anche un sistema con cui autoalimentare le macchine e utilizzare pannelli fotovoltaici. Un ‘classico’, quindi, da non perdere. Il genio di Asimov e la sua brillante narrazione non possono che coinvolgere il lettore, anche il meno appassionato del genere.

Francesca Ferretti

Posted on mercoledì, marzo 12, 2014 by Unknown

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“Il mondo giallo” è il primo libro di Albert Espinosa, uno dei più famosi scrittori e registi spagnoli. L’autore racconta in questo libro alcuni episodi della sua giovinezza segnata dalla malattia.  Nonostante ciò Albert “possiede un senso dell’umorismo speciale, proprio come il suo modo di vivere la vita” e infatti non c’è nulla di doloroso in queste pagine. Con un linguaggio semplice e lineare, l’autore riesce a introdurre concetti apparentemente semplici, ma realmente molto complessi. Il libro è diviso in quattro parti: per cominciare, per continuare, per vivere, per riposare. Inizialmente l’autore parla del mondo giallo, il suo mondo, un mondo a portata di tutti, “un posto caldo, dove i baci possono durare dieci minuti, dove gli sconosciuti possono diventare i tuoi più grandi alleati, dove la paura perde significato, dove la vita è un bene prezioso”, e questo mondo è fatto di lezioni, in determinati momenti della vita, che vengono chiamate  “scoperte”; in tutto ventitré, proprio come i gialli che ognuno di noi possiede. I gialli sono quelle persone che “si collocano tra gli amici e gli amori. Non è necessario vederli spesso, ma si interagisce con loro attraverso i gesti d’affetto”.Da questo libro Espinosa ha poi tratto una fiction spagnola “Pulseras rojas”, i cui diritti sono stati acquistati dalla Rai e da Palomar, che ne hanno tratto una fiction di Rai 1, “Braccialetti Rossi”, con la regia di Giacomo Campiotti. Questa fiction è riuscita a delineare il rapporto che intercorre tra i gialli: sei ragazzi decidono di formare un gruppo all’interno di un ospedale, i Braccialetti Rossi, tra loro si instaura un legame che va oltre l’amicizia, ma che non è amore, un legame giallo, contrassegnato dalla presenza di un braccialetto rosso al polso di ognuno di loro. Nel gruppo sono presenti: Leo, il leader, un ragazzo a cui è stata amputata una gamba a causa di un tumore; un vice-leader, Vale, affetto dallo stesso tumore del primo; la ragazza, Cris, malata di anoressia; il bello, Davide, ragazzino affetto da una malattia al cuore; l’imprescindibile (quello che non può mancare mai), Rocco, bambino in coma; e il furbo, Tony, un ragazzino che ha avuto un incidente con la moto. Leo corrisponde ad Albert, sia per la sua malattia, sia per il suo carattere ironico e coraggioso; mentre Vale, pur avendo lo stesso problema non ha l’esperienza e la voglia di vivere di Leo, ma è un ragazzo dolce e sensibile. Cris è la ragazza contesa tra i due, un po’ capricciosa e indecisa, ma che alla fine riuscirà a prendere una decisione. Davide è un ragazzino che vuole predominare sui suoi coetanei, ma all’interno dell’ospedale si rende conto dei suoi errori e decide di rimediare. Infine Rocco e Tony, strettamente legati perché Tony riuscendo a sentire cose che gli altri non sentono, sente anche la voce di Rocco, nonostante il suo sonno. Il gruppo segue le “scoperte” che Espinosa rivela nel suo libro: durante la loro permanenza in ospedale perdono l’amico Davide, ma questo insegna a tutti loro che “le perdite sono positive e possono diventare delle conquiste. Quando perdi qualcosa, convinciti che non stai perdendo, ma stai guadagnando una perdita”. Infatti i ragazzi decidono di dividersi la vita di Davide, ad ognuno toccherà il 20% della sua età, “un patto indimenticabile, straordinario; comunque fosse andata avremmo continuato a vivere attraverso gli altri”. Questa persona sarebbe sempre stata dentro di loro e tutti avrebbero tentato di rendergli giustizia. Alla fine i ragazzi riescono a tornare a casa, tranne Rocco, appena svegliatosi. Resteranno in ospedale ancora un po’ Leo e Albert. Guardando quel braccialetto rosso, nel cuore di tutti resterà il ricordo di un’amicizia unica. Una storia commovente ma anche con quel pizzico di ironia da far emozionare col sorriso sulle labbra.

Miriana Tornatore

Posted on mercoledì, marzo 12, 2014 by Unknown

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Il 2014, da pochi mesi, ha fatto il suo ingresso. Iniziano le scommesse su cosa andrà di tendenza in questo nuovo anno. La risposta, però, sembra non provenire da fashion houses o aziende informatiche. Ecco cosa andrà di moda: avere sempre meno conoscenze umanistiche. La crisi economica, che da molto tempo grava sull’Italia, pare stia interessando anche questo settore. Nelle settimane scorse impazzava sul web la notizia che sarebbe stata eliminata la Storia dell’Arte dagli istituti italiani. Stessa sorte, a distanza di pochi giorni, per altre materie umanistiche tra cui la filosofia. Molte le forme di protesta. Il Ministero dell’Istruzione subito smentisce e l’ex ministro  Carrozza nega tutto su Twitter. La notizia, però, non è nuova. Niente che già non si sapesse. Le ore di insegnamento di Storia dell’Arte, infatti, erano già state ridotte nel 2008 dalla Riforma Gelmini nei licei classici e  artistici e negli istituti professionali.La notizia del febbraio 2014 si è dunque rivelata una bufala, che ha permesso, tuttavia, di riflettere sulla poca importanza che in Italia e in altri Stati viene attribuita a tale disciplina. Il presidente degli Stati Uniti, in visita a un impianto della General Electric, afferma: «I ragazzi dovrebbero imparare i lavori manuali, vanno incoraggiati in questa direzione, perché pagano bene e spesso sono più utili di una laurea in Storia dell’Arte». Levata di critiche dal mondo letterario, il presidente si scusa. La mancanza di prospettive lavorative è ciò che rende l’opinione comune così critica nei confronti dell’ambito umanistico, che progressivamente sta perdendo valore.I dati parlano chiaro: le iscrizioni ai licei classici negli ultimi anni sono drasticamente diminuite.Lo Stato dovrebbe, però, rendersi conto che la cultura è il petrolio e la ricchezza dell’Italia. Bisognerebbe, dunque, valorizzare di più il patrimonio culturale e farlo apprezzare ai giovani, perché a rendere ‘persona’ è tutto il sapere


Chiara Iraci

Posted on mercoledì, marzo 12, 2014 by Unknown

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2014/03/07

“Mille splendidi soli” è un romanzo di Khaled Hosseini, l’autore de “Il cacciatore d’aquiloni” e “E l’eco rispose”. È stato pubblicato da Edizioni Piemme nel 2007 e tradotto da Isabella Vaj. Il romanzo racconta di due donne diverse, Mariam e Laila, in una terra tormentata dalla guerra, l’Afghanistan. Proprio ‘grazie’ a questa guerra che fa scempio, le vite di queste due ragazze s’intrecciano in una condivisione di esperienze e affetti. Mariam, una ‘harami’ (figlia illegittima) è stata cresciuta da una madre che ha sempre creduto ci fosse una solo abilità per le donne afghane, il ‘tahamul’ (la sopportazione), e che l’istruzione non le sarebbe mai servita. Laila, chiamata ‘la ragazza rivoluzionaria’ perché  nata la notte del colpo di stato dell’aprile 1978, é una ‘pari’. La sua famiglia ha mentalità più aperta e il  padre ha sempre sostenuto che la cosa più importante fosse darle un’istruzione poiché «una società non ha nessuna possibilità di progredire se le sue donne sono ignoranti». Nel momento in cui si trovano a sfuggire un crudele destino, tra le due donne si stabilisce una forte intesa, che all’inizio mancava forse a causa della diversa educazione ricevuta e delle diverse storie vissute. Lo scrittore trascina il lettore in un vortice di emozioni, a volte rabbia ma anche speranza quando vince la forza dell’amicizia e dell’amore. Ci mostra un Afghanistan che, al di là degli orrori della guerra e della violenza, il lettore finirà per amare, immergendosi nelle tradizioni e nelle abitudini del suo popolo; un popolo che, pur nella sua semplice quotidianità, manifesta carattere e tanta voglia di risollevarsi dalle macerie. Nel libro, si racconta anche la dura realtà della donna afghana, sottomessa all’autorità maschile, costretta a indossare il burqa e a non mostrare il viso in nessuna circostanza, soggetta a divieti di ogni tipo, che la privano della sua stessa identità, negandole ogni ruolo sia fuori che dentro casa. Un libro consigliato perché denso di colpi di scena e di emozioni forti, incredibilmente coinvolgente e imprevedibile e soprattutto profondo. «Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri».
Michela Guidotto

Giulia Mannino

Posted on venerdì, marzo 07, 2014 by Unknown

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Padova, 10/02/2014- Una quattordicenne si suicida lanciandosi dall'ultimo piano  di un  vecchio albergo a Cittadella, nel padovano. Allarmati da un biglietto che la ragazzina aveva lasciato alla nonna, i genitori si sono subito recati sul luogo del suicidio, ma ormai era troppo tardi. Ma cosa può aver spinto una quattordicenne a farla finita così?
Scrive "La Stampa": « Frasi, parole, insulti pesanti come un macigno digitati con una cattiveria a cui è difficile trovare un senso». Questo fenomeno, spesso sottovalutato, si chiama cyberbullismo. Succede quando i social network diventano vere e proprie ‘piazze dell'odio’ in cui i bulli, forti del loro anonimato, sfogano tutta la loro cattiveria. La vittima di cyberbullismo si sente costantemente rintracciabile e per verificare eventuali minacce o insulti le è sufficiente collegarsi a qualsiasi mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo. Gli esiti di queste molestie senza fine possono essere terribili e ispirare nella vittima addirittura tendenze suicide. Proprio come è successo a Nadia, che è stata ‘incapace’ di sopportare il peso gravoso di questi insulti. Non è da escludere che  frasi del genere possano in qualche modo aver trasformato le paure e le insicurezze tipiche dell'adolescenza in certezze. Nadia aveva provato a cercare sicurezza negli amici su Ask.fm: dai post emergeva il silenzioso grido di aiuto della ragazza; un grido d'aiuto che nessuno ha ascoltato. Adesso, nel mirino degli inquirenti, c'è il sito Ask.fm già sotto accusa in Inghilterra, su richiesta del primo ministro David Cameron, dopo un caso analogo. Le più alte istituzioni italiane si sono pronunciate sull'argomento, sostenendo la necessità di un uso più controllato dei social network. Ma come mai bisogna sempre aspettare tragedie simili per intervenire? L'uso controllato dei mezzi elettronici dovrebbe essere accompagnato da una campagna di sensibilizzazione volta a dimostrare ai ragazzi quanto male possano provocare se, in rete, si trasformano in un branco sadico. Quando si è in rete, infatti, spesso non ci si rende conto di quello che si può provocare e di conseguenza si scrivono cose che, probabilmente, non si direbbero mai. Stavolta, però, le istituzioni sembrano determinate a mantenere le promesse fatte. Infatti, qualche giorno fa, è stato aperto presso il  Policlinico Gemelli di Roma il primo ambulatorio che si propone di stroncare il fenomeno del  cyberbullismo.  L’ambulatorio, nato dalla collaborazione fra l’ospedale e la polizia postale, si occuperà, non solo delle vittime, ma anche dei bulli. Scopo di questo duplice intervento, infatti, spiegano gli esperti, è  da un lato quello di aiutare le vittime e dall'altro quello di rendere i bulli consapevoli del danno da loro commesso. In conclusione, non resta che augurarsi che tale attività contro il cyberbullismo abbia seguito e che possa essere efficace in modo che casi come quello di Nadia non si verifichino più.

Flavia Di Silvestro

Posted on venerdì, marzo 07, 2014 by Unknown

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