“Io tra di voi, non più mortale, mi aggiro come dio immortale tra tutti onorato …”. Con questa frase nel poema “Purificazioni” il filosofo agrigentino Empedocle si rivolge ai suoi cittadini mettendo in evidenza la sua opinione sull’essere immortale. Secondo una celebre leggenda, Empedocle, spinto dalla voglia di confermare questa opinione di sé, si recò sull’Etna e, giunto nei pressi del cratere del vulcano, decise di gettarsi li dentro, facendo credere con la sua morte di essere stato accettato tra gli dei. Come ci riferisce lo storico greco Diogene Laerzio, il cratere dell’Etna durante un’esplosione rigettò uno dei suoi sandali dimostrando la falsità delle parole di Empedocle. Una seconda leggenda narra che nel luogo dove fu ritrovato uno dei suoi sandali venne costruito un monumento in onore del filosofo. In realtà sull’alto versante sud dell’Etna, ad una quota di 2900 metri circa, fino al diciannovesimo secolo erano visibili, alla base del cono avventizio di Monte Frumento Supino, dei ruderi ai quali era stato attribuito il nome di “Torre del Filosofo”. Nessun dato certo attestava la vera funzionalità d’edificio. Da questa incertezza molti ipotizzarono che i ruderi, denominati Torre del Filosofo, costituissero il rifugio costruito da Empedocle durante l’ascesa del vulcano o, secondo altri, la costruzione è da attribuire alla visita sull’Etna dell’imperatore  romano Adriano.
Nel 1804 Mario Gemmellaro, grande studioso dell’Etna, condusse degli scavi presso la Torre del Filosofo, a pochi metri dal suo rifugio costruito lo stesso anno denominato “Gratissima”, riportando alla luce alcuni frammenti di iscrizioni in marmo, frammenti di piombo e di rame e mattoni di piccole e grandi dimensioni. Dopo questi scavi Mario Gemmellaro affermò che i resti della Torre del Filosofo fossero di epoca romana e pose un’iscrizione con l’autore e l’anno degli scavi. I ruderi della Torre del Filosofo furono ricoperti dalle colate laviche emesse durante l’eruzione dell’Etna del 1971.
La leggenda sulla morte di Empedocle porterà il poeta inglese Matthew Arnold a comporre un poema dal titolo “Empedocles on Etna” che verrà pubblicato nel 1852.  Basandosi principalmente sulla leggenda, Arnold ritrae nella propria opera un Empedocle che, considerandosi ormai inutile intellettualmente e politicamente, decide di suicidarsi gettandosi nel cratere dell’Etna. Due suoi amici intervengono per convincerlo a non compiere il gesto, ma nonostante ciò Empedocle ugualmente si getta nella voragine.
Nel 2006 viene scoperto un vulcano sottomarino a 40 km a largo di Capo Bianco in Sicilia venendo battezzato Empedocle dal nome del filosofo agrigentino.



 
I ruderi della Torre del Filosofo e la sommità dell’Etna in: Saint-Non, Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et del Sicilie, volume quarto, Parigi, 1785.


Guglielmo Manitta