2014/12/02
02
dicembre
di Sara
Sariti
Il più
famoso fra gli eremiti d’Egitto, il padre incontrastato del
monachesimo fu Antonio: “Quel glorioso Antonio che rese il deserto
una palestra di virtù per gli asceti”. Dai greci era chiamato
Antonios o Comphaios cioè Antonio il grande, il sommo, il primo e
anche Monastòn Archegòs cioè guida dei monaci. Nacque da genitori
cristiani benestanti intorno al 250-251, nella media valle del Nilo,
probabilmente nel villaggio di Coma, Kiman-al-Arus dei nostri giorni.
Dopo la morte dei genitori, una domenica dell’anno 270-271 nel
corso della messa ascoltando le parole del Vangelo di Matteo decide
di seguirle alla lettera, donando i propri averi ai poveri e cercando
un luogo dove vivere in stato di privazione. Il diavolo cerca di
ostacolarlo nella sua scelta di vita, ma Antonio con la preghiera e
la penitenza risulterà vittorioso. Per tredici anni soggiorna in una
tomba, dove le potenze dell’inferno si scatenano includendo anche
la violenza fisica. Successivamente prende la via del monte Pisfir, a
est del Nilo andando ad abitare in un fortino abbandonato, dove si
fermerà per vent’anni, guarendo molti che pativano nel corpo e
liberando altri dal demonio. In questo periodo Antonio conosce il
formarsi di gruppi di eremiti e anacoreti che volevano seguire le sue
norme di vita ed emulare le sue pratiche ascetiche. L’eremita
diventerà “abate” cioè padre spirituale di molti monaci. Il
desiderio della solitudine diventa sempre più forte e Antonio si
reca ai piedi del monte Qoltzum o Coltzum venti miglia a ovest del
Mar Rosso. E qui l’ eremita comincia“a rivoltare la terra, a
seminare, a irrigare, a coltivare ortaggi, a procurarsi il
pane”.Molti discepoli si insediano non lontano dalla sua cella.
Antonio avrà molte visioni, compirà molti miracoli, lotterà per la
difesa della fede. Avvisato della sua morte il patriarca volle vedere
i suoi figli spirituali per l’ultima volta. Il 7 gennaio 356
sollevandosi da terra e guardando gli angeli discesi dal cielo, spirò
e si unì ai suoi padri, a centocinque anni dalla sua nascita e
quarantaquattro da quando aveva trovato rifugio sul fianco del monte
Coltzum.
Il culto del
Santo varcò ben presto i confini dell’Egitto e si diffuse in
Oriente e in Occidente. Sant’Eutimio il Grande (377-473) eremita,
egùmeno (abate), fece celebrare la festa di Antonio in Palestina il
17 gennaio, e fu imitato da Costantinopoli. In Occidente la festa
appare segnata il 17 gennaio nel Martirologio geronimiano,
erroneamente attribuito a S. Girolamo e in quello del venerabile
Beda. I resti mortali di Antonio non riuscirono a riposare in pace.
Secondo la Leggenda di Teofilo:“L’imperatore Costanzo aveva una
figlia tormentata da nove demoni. Preghiere, esorcismi, tutto
inutile. I demoni dichiarano che avrebbero lasciato il corpo della
ragazza solo alla vista del corpo di Antonio. Il vescovo Teofilo si
reca in Egitto e dopo una rivelazione che indica il luogo della
sepoltura, con l’aiuto di due leopardi disseppellisce la tomba e
scoperchia il sepolcro. Alla vista del corpo, i demoni fuggono via”.A
causa dell’invasione saracena, il corpo del Santo fu traslato nel
635 da Alessandria a Costantinopoli.
“Nel
secolo XI l’imperatore Alessio Comnenio donò il corpo al conte
francese Jocelin di Chateau Neuf in pellegrinaggio in Terra Santa e
portò le reliquie nel Delfinato. Nel 1070 il nobile Guigues de
Didier fece costruire una piccola cappella votiva nel villaggio di La
Motte, dove vennero riposte le reliquie, che nel 1119 saranno
collocate nella Chiesa di Sant’Antonio nella diocesi di Vienna. Dal
1419 le reliquie si trovano nella chiesa parrocchiale di S.Giuliano
ad Arles. La fama di guaritore per Antonio ebbe inizio quando due
nobili che sostenevano di essere stati guariti dall’ergotismo o
febbre bruciante o male degli ardenti o fuoco sacro o fuoco di
Sant’Antonio, costruirono un hospitium e fondarono una
confraternita per l’assistenza dei pellegrini e dei malati. La
confraternita si trasformerà nell’Ordine Ospedaliero dei Canonici
Regolari di Sant’Agostino di Sant’Antonio Abate detto comunemente
degli Antoniani. Venne approvato da Papa Urbano II al concilio di
Clermont nel 1095 e confermato con Bolla papale da Onorio III nel
1218”.
Posted on martedì, dicembre 02, 2014 by Unknown
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Qual è il nostro punto di vista?
La domanda ha spinto noi ragazzi del liceo classico "Don Cavina" a realizzare questo blog. Il . di vista è uno spazio culturale per esprimere e condividere esperienze, idee e riflessioni. Gli studenti, giovani apprendisti-giornalisti, misurano le loro 'forze' confrontandosi con l'oggi attraverso un mezzo di comunicazione attuale di grande impatto e risonanza qual è un blog.
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