2014/12/18
di Giulia Mannino
L’uomo parla da sempre.
Il suo bisogno di parlare si manifesta sin da quando è un neonato. Dapprima, tramite il pianto e
strumenti non-verbali, indica, combina suoni e impara a capire se hanno
effetto. Poi, con i balbettii, le prime parole: smette di indicare, capisce che
ogni oggetto ha il suo nome e comincia a costruire le prime frasi. Così, pian
piano, acquisisce sempre più vocaboli. Crescendo, il bambino non solo impara a
parlare, bensì a scegliere le parole. In cosa sta la differenza? Imparare a parlare
significa conoscere i nomi degli oggetti, i verbi, formulare una frase in modo
corretto; scegliere le parole significa sapere come usarle per esprimere al
meglio i pensieri che si vogliono comunicare. L’arte di sfruttare le parole
giuste a proprio favore, infatti, è da sempre stata al centro di molte
filosofie della civiltà greca e successivamente romana. Esprimere al meglio i
nostri pensieri, il pensiero, il lògos,
fa pensare ai filosofi greci. Eraclito denominava ciò che riteneva il principio
di tutte le cose, ossia il fuoco, lògos, perché
primo principio fisico di tutte
le cose e legge universale che le
governa. E come non pensare ai sofisti? L’importanza della parola nella
filosofia è una delle grandi scoperte dei sofisti, i maestri della retorica. Se
per Eraclito il lògos é legge divina, universale ed in fieri, che governa il divenire di tutta la realtà, per i sofisti
esso diventa un vero e proprio strumento di persuasione. La retorica, la
dialettica, l’antilogica e l’eristica sono tutte arti che, in qualche modo,
fanno sì che il sofista prevalga sull’interlocutore. La “parola sofistica”
combatte per la propria tesi, vera o falsa che sia. La parola ci distingue
dagli altri esseri viventi. Ogni singola parola che pronunciamo è importante:
possiamo dire la stessa cosa, ma con parole diverse; possiamo con essa evocare
immagini, scenari; possiamo influenzare gli altri ed è proprio nel momento in
cui interagiamo con gli altri che ci
rendiamo conto di quanto importante sia la parola. Il discorso politico è
forse quello che rappresenta meglio il
potere del linguaggio. Con i loro discorsi articolati, specie durante le
campagne elettorali, i politici tentano di convincere i cittadini e ci
riescono. Ciò che si ascolta sembra vero e possibile, ma accade spesso che le
promesse fatte si rivelino solo “parole su parole”. Un ruolo importante,
naturalmente, la parola ha poi nella scuola perché ciò che i giovani apprendono
dipende in parte dal modo in cui viene loro insegnato. La parola ci rende
liberi ma senza dimenticare che “la nostra libertà finisce dove inizia quella
degli altri”. È vero che le parole sono armi da sfruttare a proprio vantaggio,
ma proprio in quanto armi possono ferire. Dobbiamo sempre ricordarci che il
nostro interlocutore è una persona, degna di rispetto tanto quanto lo siamo
noi. Insulti, rimproveri, litigi, minacce sono tutte forme di violenza verbale,
problema da non sottovalutare: i traumi psicologici talora possono fare più
male di quelli fisici e rivelarsi più duraturi. Immaginiamo che le parole siano
dei semi: dobbiamo fare molta attenzione in quello che piantiamo, perché quando
questi semi cresceranno, metteranno radici nelle persone in cui li abbiamo
piantati. Mi sembra particolarmente adatta una frase di Nelson Mandela: “Non è
mia abitudine usare le parole con leggerezza. Se 27 anni di carcere mi hanno
insegnato qualcosa, è che il silenzio della solitudine ci può far capire quanto
sono preziose le parole e quanto davvero possono cambiare il modo in cui le
persone vivono e muoiono”. Davvero meraviglioso e vasto il mondo delle parole:
possiamo sceglierne in grande quantità e, senza ferire, usarle per dare forma
ai nostri pensieri.
Posted on giovedì, dicembre 18, 2014 by Unknown
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
News
Qual è il nostro punto di vista?
La domanda ha spinto noi ragazzi del liceo classico "Don Cavina" a realizzare questo blog. Il . di vista è uno spazio culturale per esprimere e condividere esperienze, idee e riflessioni. Gli studenti, giovani apprendisti-giornalisti, misurano le loro 'forze' confrontandosi con l'oggi attraverso un mezzo di comunicazione attuale di grande impatto e risonanza qual è un blog.
Post popolari
-
“Io tra di voi, non più mortale, mi aggiro come dio immortale tra tutti onorato …”. Con questa frase nel poema “Purificazioni” il filosofo ...
-
La storia del nostro paese non è grande solo grazie a uomini, ma anche a donne: un ruolo importante sicuramente l’ha avuto la baronessa G...
Categorie
...nello scaffale di dicembre
Il canto di Natale- C. Dickens (1843)
Il rosso e il nero- Stendhal (1830)
De brevitate vitae- Seneca (49 d.C.)
Il cimitero di Praga- U. Eco (2010)
Se ti abbraccio non aver paura- F. Ervas (2012)
Ragione e Sentimento- J. Austen (1811)
Operette morali- G. Leopardi (1827)
La nausea- Jean-Paul Sartre (1938)
Castelli di Rabbia- A. Baricco (1991)
Le anime morte- N. V. Gogol (1842)
Dialoghi con Leucò- C. Pavese (1947)
Narciso e Boccadoro- H. Hesse (1930)
I fratelli Karamazov- F. Dostoevskij (1879)
La coscienza di Zeno- I. Svevo (1923)
Gli amori difficili- I. Calvino (1958)
0 commenti:
Posta un commento