Sembra solo un gioco, ma non lo è. Le regole sono semplici: se vieni nominato, dopo aver ringraziato i tuoi amici per la ‘nomination’, devi bere tutto d’un sorso birra o altri superalcolici, ti riprendi e posti il video sul Social Network nominando altri amici. Questi ultimi hanno 24 ore di tempo per accettare o meno: se accettano, dovranno fare a loro volta la stessa cosa, altrimenti saranno costretti a offrire da bere a tutti gli amici. È un effetto domino che sta coinvolgendo moltissimi ragazzi. Per i giovani «è solo un gioco, non c’è nulla di male». Sì, un gioco che ha già provocato 5 morti. In Italia la moda è appena arrivata, ma in alcuni paesi, come Inghilterra, Stati Uniti e Australia, essa ha già le sue vittime. Questo modo di bere è molto pericoloso. Si beve da soli, in camera, davanti una webcam. Si inizia con un bicchiere di birra, fino a bere a stomaco vuoto superalcolici. Tutto ciò per dimostrare di essere forti, o meglio per apparire forti. Ma cosa spinge realmente i ragazzi a compiere questa bravata? Non accettare la ‘nomination’, non sembra apparentemente un grave problema. Ma per chi su Facebook condivide la sua vita non è così. Sui social network tutti sono informati su tutto. Le notizie si diffondono velocemente e quindi, in un modo o in un altro, non si passa inosservati. Conta più apparire che essere. Per un ragazzo, non accettare significa rischiare di essere deriso, di essere escluso dalla comitiva e soprattutto di risultare poco coraggioso, debole. Un ‘semplice gioco’, quindi, diventa una situazione frustrante. Si parla di abuso di alcol e di cyberbullismo. Se riuscire a bloccare la pubblicazione dei video non risulta ancora possibile, c’è chi ha già avuto idee migliori. Molti ragazzi hanno dato vita alla ‘Booknomination’. Anche qui le regole sono semplici: ci si riprende mentre si legge ad alta voce un passo di un libro a cui si è particolarmente legati e si invita altri amici a farlo. Così, in risposta all’alcol, adesso spopola la letteratura.

Giulia Mannino