In Ucraina le ribellioni non si fermano e la situazione, già parecchio delicata, rischia di avere conseguenze ancora più gravi a livello internazionale. Le ribellioni hanno acuito le divergenze interne fra filo-russi e filo-europei causando un rapido susseguirsi di sconvolgimenti politici. Infatti, dal 16 Marzo di quest'anno la Crimea, regione da sempre legata alla Russia per motivi storico-politici, si è autoproclamata repubblica autonoma come parte integrante della Federazione russa in seguito a un referendum, la cui validità giuridica è stata però riconosciuta dalla sola Russia. Ma, mentre il tricolore russo sventola su tutte le vecchie basi militari ucraine in Crimea, dall' Aja arriva, come sanzione, la decisione di escludere dal G8 la Russia che, però, si mostra determinata a continuare la sua azione nella comprensione del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Inoltre, le truppe russe, incoraggiate dalla vittoria, si sono spinte al confine con la Transnistria (Moldavia), facendo ritenere che l'obiettivo non è solo la Crimea. Questa forte presa di posizione da parte della Russia ha scatenato la reazione indignata dell'Ue e degli Usa, pronti a fornire supporto all'Ucraina. Una nazione, ormai, divisa a metà tanto che statue di Lenin, in Crimea, vengono difese come manifesto della "russità", mentre, in altre parti del paese, vengono distrutte. La gente  continua a morire, a sparire, a essere torturata e non viene tollerato il dissenso. Qualche giorno fa Andrej Zubov, un professore della blasonata Università MGIMO di Mosca, è stato licenziato per aver paragonato l'annessione della Crimea all'Anschluss dell'Austria durante la seconda guerra mondiale. Lo storico russo è stato tacciato di slealtà nei confronti dell'istituzione per cui lavorava, solo per aver espresso un parere contrastante con il governo. Il clima è, quindi, piuttosto pesante e potrebbe generare una guerra sanguinosa. Non resta che sperare che, dopo le elezioni, l’Ucraina possa dotarsi di un governo capace di conciliare le diverse fazioni del paese e che governi europei e Russia possano cooperare nella ricerca di una soluzione pacifica.

Flavia Di Silvestro